Una vita tra ricerca, segni e colori
Bruno Fael nasce a Sacile, in Friuli, nel 1935. I caratteri artistici che contraddistinguono l’ambiente familiare in cui cresce e la sua indole lo conducono sin da bambino a “fare il pittore” utilizzando i colori come fossero note del pentagramma impercettibile di una musica segreta custodita nel suo animo. Per lui, tutto era ed è musica, anche la pittura. Nel 1951, per uscire dall’uniformità di giorni difficili, decide di frequentare la scuola della Marina Militare e dopo due anni, ottenuto il grado di sottocapo meccanico, sottoscrive la “ferma” e viene imbarcato per 4 anni sull’incrociatore Garibaldi. Mentre naviga continua a dipingere e a suonare. Nel 1958, tornato alla terra ferma, prosegue il suo viaggio verso nuove avventure. La sua prima mostra avviene nel 1962, a Treviso, durante la quale incontra lo scrittore trevigiano più illustre del momento, Giovanni Comisso che gli dà la forza di insistere con la pittura. I suoi quadri sono figurativi e rappresentano paesaggi veri, nudi che, con il loro realismo, fanno innamorare i suoi primi collezionisti che ne apprezzano il brivido dell’anima. Il brivido della vita, una costante della sua arte. Presa l’importante decisione di fare l’artista di professione, inizia a partecipare ad una miriade di mostre collettive nonché ad organizzare personali in tutta Italia e all’estero. Aperto un suo studio a Milano nel 1972, inizia a studiare il modo di trasformare la sua pittura in un gioco di “ideogrammi” più vicini alla scrittura della musica che alla scrittura della figurazione. Avviene così, negli anni settanta, una grande trasformazione nella sua pittura, acquisisce una grande ricchezza di colore, il ritmo si accentua con l’abbandono di una certa figurazione e la scoperta di un mondo astratto di forme come un caleidoscopio, una esplorazione di un mondo meccanico, robotizzato. . Nel 1978 incontra una giovane francese Yvonne Catelli che lo apprezza, lo sostiene e lo incoraggia a sviluppare il suo lavoro con rinnovata energia e diviene la sua Ninfa Egeria. Nel 1981 gli dedica la mostra intitolata “Sensazioni ed emozioni” allestita nella Galleria “Il Castello” di Milano e nel 1983 compone per lei musiche e realizza il 33 giri “Musica per Yvonne”, con l’eloquente sottotitolo “La pittura incontra la Musica” per la Distribuzione Dischi Ricordi”. Negli anni ottanta riscopre la figura umana con l’indispensabile e misterioso sorriso femminile, Estasi! Un gioco di forme e di luci di grande padronanza, Un’altra tappa di quel periodo è rappresentata da una tela del 1983 “La legge” di ispirazione surrealista: un personaggio stilizzato regge una bilancia, una spada protegge il misterioso personaggio, una tela che testimonia le vicissitudini del mondo, opera simbolica.Nel 1986, da un incontro con Bruno Contenotte – artista appartenente alla corrente metafisica e surrealista, ben noto per le sue trans-illuminazioni di monumenti – nascerà una mostra-evento intitolata “psicromania attiva” realizzata alla “Galleria Quanta” di Milano, curata da Pierre Restany: ”I due personaggi hanno molto in comune, la spontaneità, il grande desiderio di comunicazione con gli altri, un’esigenza istintiva di esprimere il meglio di sé stessi, una forma di generosità capace di determinare la dimensione specifica del gioco culturale … Sono anche convinto che la quantità di energia sensoriale che Fael riesce a concentrare nella comunicazione fisica sia la sostanza stessa del suo sfogo artistico, una felice sintesi di pittura, musica e luce, un istante privilegiato dell’eterno soffio di vita”. In quell’anno nasce anche un forte rapporto di amicizia con Mimmo Rotella. Negli anni novanta notiamo una lenta e bella elaborazione quasi medianica dell’immaginario con l’utilizzazione di bellissimi materiali ed un trattamento in rilievo della materia. Nascono personaggi enigmatici di un’altra epoca, una visione nello spirito dell’Art Brut: guerrieri, uccelli, una fauna che risale alle origini del mondo. Negli anni 2000 la produzione di Bruno Fael può essere raggruppata in grandi cicli coerenti, ciascuno dal carattere assolutamente specifico, che testimoniano l’inesauribile ricchezza del mondo delle sue idee e del suo impulso a sperimentare sempre nuovi materiali e nuove soluzioni per esprimere la fusione: pittura, musica, luce, forme e colori che scaturiscono dal profondo del suo animo.